Il Silenzio di Pelesjan






‎[...] Vita d'Argilla! Agonia del secolo!
Ho paura che solo ti capisca
chi porta sulle labbra l'impotente sorriso
di chi ha perso se stesso.
Lo strazio di cercare la parola perduta,
di sollevare le palpebre malate,
e con la calce nel sangue, per estranee stirpi,
raccogliere erbe notturne!

Secolo. Lo strato di calce nel sangue del figlio malato
s'indurisce. Mosca dorme come una madia di legno:
non c'è scampo del secolo- sovrano...
La neve odora di mele come una volta.
Vorrei fuggire, strapparmi alla mia soglia.
Dove? Per strada è buio,
e come se spargessero sale sul selciato
davanti a me biancheggia la coscienza. [...]

1 Gennaio 1924 
Osip Mandel' štam




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